Ha detto il novelliere Jim Shepard: “Nosferatu è un film che, se lo vedi da bambino, dopo non sarai mai più lo stesso”. Lui lo vide a sei anni, approfittando d’un colpo di sonno della baby sitter. Dopo non fu più lo stesso. Destino inevitabile, perché il film di Murnau del 1922 gronda d’Orrore puro. Non c’è luce notturna che possa proteggere un bambino dal ricordo (e quindi, dalla “presenza” viva) del Vampiro che sorge di schianto dalla bara, erigendosi in maniera profetica come un segno dell’uscita dall’infanzia. Il Sonno, allora, diventa un’eventualità, un extra.

L’obiettivo principale degli Autori di Fantastico non è quello di riprecipitarci nel baratro d’una superstizione vergognosa, quanto piuttosto quello di “metterci in crisi” incrinando la realtà consolidata e dominante. Rivelandoci un “rimosso” – secolarizzato – col quale è ancora indispensabile confrontarci . Con questo “spirito”, Bram Stoker porterà il suo Vampiro Dracula nella Londra contemporanea, a infestare le nostre fantasie.
Il personaggio di Stoker è un aristocratico defunto che si insedia nella capitale del mondo occidentale con mire da padrone e da tiranno, per succhiare il sangue del popolo; il conte Orlok detto Nosferatu invece (che, per motivi di copyright cerca invano di discostarsi dal suo prototipo), è una “carogna” in tutti i sensi che vuole appestare il mondo con i suoi topi al fine di distruggerlo.
Il produttore e scenografo del film, Albin Grau, era un occultista e forse satanista tedesco, membro col titolo di “Magister Pacitius” di una sulfurea “Confraternita Saturnina”, una di quelle associazioni che propagarono la stessa cultura esoterica di cui si era nutrito hitler. Anche se poi il fuhrer perseguitò la Massoneria (considerata in combutta con gli Ebrei) e sciolse la sua Loggia nel 1936.
Lo storico del Cinema Siegfried Kracauer ha ritenuto che Nosferatu, datato 1922, fosse una esplicita e profetica metafora del futuro della Germania, felice di uscire dalle proprie asfissianti incertezze consegnandosi alle follie dispotiche del nazionalsocialismo.
Al di là dell’interpretazione sociologica, che ha sicuramente il suo valore, il film di Murnau resta una inarrivabile “Sinfonia dell’Orrore”, che tocca tutte le corde della Paura e le fa vibrare nell’animo attonito dello spettatore. Allo scopo di dimostrare la sua potenza terrorizzante, ho scelto questa versione integrale e restaurata del film, reperibile su YouTube (a cura di: Iconauta):









