Nei paesi cosiddetti “civili” si sono visti Colpi di Stato “improvvisati” e ritagliati dal nulla, che somigliano a scommesse e hanno una debole speranza di successo, ma: che poi riescono ugualmente.
In certi casi, al principio di tutto c’è un bricolage di chiacchiere. In altri, una calunnia ben congegnata.
Per esempio, ci sono stati sudditi falsamente e ingannevolmente accusati di voler rovesciare l’autorità del loro Sovrano, che poi, per autodifesa, o per ripicca, l’hanno fatto veramente.
Aureliano il prode, uno dei più grandi tra gli imperatori dei romani, venne schiacciato da una congiura inesistente, frutto immaginario della furbizia d’uno dei suoi segretari. Costui era stato accusato, da Aureliano, d’estorsione, e nulla poteva più salvarlo dalla condanna a morte. Vistosi perduto, escogitò questo stratagemma: finse che l’imperatore stesse per commettere una terribile ingiustizia, che poteva essere riparata solo con un Colpo di Stato.
Avvicinati i più alti dignitari dell’Impero, e i generali più in vista, “mostrò loro un lungo elenco di condannati a morte, nel quale erano compresi i loro nomi”. La lista, presentata come “segreta”, portava la firma di Aureliano, ma era opera dello stesso segretario, che aveva abilmente contraffatto la scrittura dell’imperatore. Senza sospettare o indagare la frode – racconta Gibbon – i “falsi” condannati a morte si unirono così in un complotto mortale, pur di salvarsi.
“Nella sua marcia tra Bisanzio ed Eraclea, Aureliano fu improvvisamente assalito dai congiurati, che per la loro carica avevano il diritto di stare al suo fianco, e dopo una breve resistenza cadde per mano di Mucapore, generale che egli aveva sempre amato e reputato fedele”.

Questa vicenda, emblema della Perfetta Mistificazione, ha notevoli risvolti. Potremmo infatti esserci imbattuti in un “circolo vizioso”, senza avvedercene.
Ho pochi dubbi che il geniale lestofante simulasse, per ottenere la complicità di Mucapore e degli altri, che Aureliano si preparava a trucidarli in quanto membri d’una congiura contro la sua persona, e la sua carica. Di qualsiasi altro delitto, che in effetti non avevano compiuto, avrebbero protestato o dimostrato la propria innocenza, persino presso il loro stesso accusatore segreto, l’Imperatore. Ma se erano tacciati d’aver tramato contro il legittimo potere, erano spacciati. A chi, infatti, potevano rivolgersi, per essere creduti?
L’esistenza di un incomunicabile Segreto spiegherà d’ora in poi le azioni di tutti. Anche dell’ignaro Aureliano. Così il complotto, pur non esistendo all’origine, supera brillantemente ogni controprova.

Questo scenario è talmente perverso che l’astuto elenco compilato dal segretario dell’imperatore non può nemmeno essere dichiarato “falso”: è indubbio che la congiura denunciata nella lista apocrifa, c’è stata; indubbio che i membri erano quelli; indubbio che meritassero, per il loro ardire, per il loro tradimento, d’essere giustiziati.
Un piccolo sfasamento cronologico – quasi il documento fosse riuscito a rovesciare il Tempo con un colpo di coda, di scorpione – l’ha trasformato in un editto paradossale, ma non per questo meno micidiale. L’elenco di condanne che doveva essere effetto della cospirazione, semplicemente ne diventò la causa. Come se la calunnia di cui erano oggetto i futuri congiurati fosse una profezia che, per “inverarsi”, costringesse il Futuro a trasformarsi in Passato.
Se è così bisogna allora ammettere che ci troviamo di fronte a un capolavoro, tra tutti i Golpe.

[dalla Fantaenciclopedia, voce “Potere”]
[in copertina: Crispino e Scapino, di Honoré Daumier (particolare)]