«“IL VOSTRO PADRONE – DISSE AL MESSAGGERO L’INTREPIDO QARMATO –, HA TRENTAMILA SOLDATI, MA NEL SUO ESERCITO NON SI TROVANO TRE UOMINI COME QUESTI”. E RIVOLTO A TRE DEI SUOI COMPAGNI COMANDÒ AL PRIMO CHE SI IMMERGESSE UN PUGNALE NEL PETTO, AL SECONDO, CHE SI GETTASSE NEL TIGRI E AL TERZO CHE SI LANCIASSE IN UN PRECIPIZIO. ESSI UBBIDIRONO SENZA FIATARE. “NARRA QUEL CHE HAI VEDUTO, – SOGGIUNSE L’IMAM –, PRIMA DI SERA IL TUO GENERALE VERRÀ INCATENATO IN MEZZO AI MIEI CANI”.  PRIMA DI SERA, FU SORPRESO IL CAMPO ED ESEGUITA LA MINACCIA».

Edward Gibbon, Storia della decadenza e caduta dell’Impero romano