I- Tritemio dimostra, che conoscere la data esatta della creazione di Adamo è fondamentale in qualsiasi sistema astrologico – compiuto – di predizione. Compilare l’Oroscopo di Adamo, nostro Progenitore, equivale in qualche modo a trarre le sorti dell’intera Umanità, discesa dai suoi lombi.
Secondo una consolidata tradizione rabbinica, Adamo sarebbe stato creato il 6 ottobre di 5784 anni fa, un capodanno (primo giorno del mese di Tishrì).
Era fatto di friabile argilla, impastato dall’alito umido di Dio e terra rossa: eppure, Adamo era immortale, e perse questa sua prerogativa peccando. Disubbidì, con Eva, a un ordine preciso del Signore.
La Bibbia dice, che il Primo Uomo fu creato “a immagine” di Dio. Il che, per proprietà transitiva, sembra presupporre che Dio stesso abbia un aspetto definibile “umano”. Una prospettiva che il cristiano ripudia. Infatti il senso di questo oscuro passo scritturale può essere spiegato in altro modo, come fece finemente Eugubinus – il cui vero nome era Felice Accoramboni –, un medico italiano vissuto tra il 1550 e il 1622:
“Quando Dio volle creare l’uomo, si rivestì d’un corpo umano, perfettamente bello, e formò su questo modello il corpo d’Adamo”.
Questo corpo, pare fosse dotato di prepuzio (la circoncisione fu inventata molto dopo il diluvio, da Abramo), ma non di Ombelico. Tuttavia, su quest’ultima circostanza, il dibattito è ancora aperto [ho trattato questa tematica nell’articolo della Fantaenciclopedia dedicato a “Adamo e Eva: i primi Umani sulla Terra”].
II- É argomento vetusto dei Padri della Chiesa, e lo ritroviamo ancora in Tertulliano, che la Bibbia sia il Libro non solo divinamente più ispirato, ma anche il più antico di tutti gli altri, e che i pagani vi avrebbero attinto, travisando, i loro miti.
Leone Ebreo, suppone addirittura che Platone abbia scopiazzato Mosè, quando narrò il mito degli “Androgini”.
Un accenno rapido di Genesi (1, 27), “A immagine di Dio, maschio e femmina li creò”, provocò nei Rabbini la certezza che Adamo fosse originariamente ermafrodito, e dotato quindi, nella sua sola persona, di entrambi i sessi. Di conseguenza, non aveva bisogno di Eva per procreare; anzi generò lui stesso Eva, che rimase appesa al suo costato o lombo. Dio operò allora una provvidenziale “incisione”, separandoli nel modo in cui ci riferisce l’illuminato Mosè.
Nel Bereshit Rabba, opera redatta intorno al VI-VII secolo dell’Era Volgare, si legge: “Quando il Santo […] creò l’uomo, lo creò ermafrodite, […] lo creò bifronte, lo segò e ne risultarono due schiene”.
Secondo Bayle (Dizionario, voce “Adam”), Maimonide e l’erudito di Amsterdam Menasche ben Israel, affermerebbero, che “il corpo di Adamo fu creato duplice, maschile da un lato, femminile dall’altro, e che un corpo fu aggiunto all’altro per le spalle; le teste guardavano luoghi diametralmente opposti”.
Tanto Perfetto era quell’Essere Primigenio, che Leone Ebreo osò persino criticare la compiacente, ruffiana scelta del Signore, di dividerlo.
Tramite un personaggio dei suoi Dialoghi d’Amore, Leone affermò che il serpente non avrebbe osato tentare Adamo ed Eva fintanto che i due Protoplasti fossero stati uniti. Infatti essi, a differenza degli androgini platonici, “erano colligati in le spalle per contra viso”.
Ora, sorprende che le due entità che componevano un unico essere bisessuale, fossero saldate per la schiena, una in opposizione all’altra. Gemelli Siamesi costretti dalla natura in questa posizione, potrebbero spiegare ai Rabbini quanto sia scomoda. La ragione di questa stranezza è però non solo igienica, ma intrisa di moralismo. Infatti un libertino potrebbe supporre che se fossero stati congiunti per gli alluci dei piedi, il genere umano non sarebbe mai uscito dal Paradiso Terrestre. E non per le difficoltà di deambulazione.
Adamo ed Eva – ci tiene a precisare Leone Ebreo –, non avevano motivo di attrarsi, essendo lo stesso Essere; in più, aggiungo, non si erano neppure mai visti. L’amplesso era loro precluso, a meno che non fossero abili contorsionisti.
Nel Seicento, Madame Antoinette Bourignon, mistica, ma pure verbosa (a giudicare dai venti volumi di scritti che ha lasciato) ebbe le prove che Adamo era ermafrodito e sessualmente autonomo: era stato Dio stesso a mostrare a Madame, durante un’estasi rivelatrice, l’intero aspetto fisico dell’ignudo Adamo.
Pierre Bayle ne riassume così la descrizione: “Era di fattezze più grandi degli uomini attuali; i capelli corti, inanellati, che davano sul nero; il lato superiore del labbro coperto da una leggera peluria; e nella zona in cui sono le parti bestiali che non si nominano, egli era fatto nel modo in cui saranno i nostri corpi ricostituiti nella vita eterna; un modo che non so se mi é consentito dire. Nella zona in questione aveva l’abbozzo di un naso, identico per forma a quello del viso; […] sempre da lì dovevano scaturire gli uomini, di cui aveva in sé tutti i principi perché nel suo ventre vi erano delle piccole uova e un altro vaso pieno di liquori atti a fecondarle. Quando l’uomo ardeva per l’amore per Dio, il suo desiderio che ci fossero altre creature a lodare e a amare quella grande Maestà diffondeva, con il fuoco dell’amore di Dio, il liquore su una o più uova con inconcepibili delizie”.
Dalla fermentazione di tale mucosa, scaturiscono, gocciolando, esseri perfetti.
Più spiccio, il periodico Diversités curieuses sintetizza in questo modo le visioni “intime” della Bourignon: L’Adamo ermafrodito procrea – da solo – i propri discendenti, deponendo uova dal “naso”.
La visuale angusta d’un Adamo celibe e totalmente ermafrodito, non ci consente di proiettare una luce significativa sulla dinamica del “Peccato Originale”: senza Eva, sembra un veniale peccatuccio di gola, una marachella da discolo marinatore della scuola.
III- I miti e l’osservazione anatomica ci dicono dove sia andato a finire il “pomo d’Adamo”, quello che causò la Caduta del Genere Umano. Sembra sia finito per traverso: né su, né giù.
È un “Nodo alla Gola”, dice di lui il Libro di Sidrach. Come si fa un nodo a un fazzoletto, per ricavarne un promemoria. A noi deve ricordare che abbiamo perduto l’Immortalità e una vita felice nel Paradiso Terrestre in cambio d’una Mela.
Il pomo d’Adamo – che, in termini clinici, è solo una sporgenza della cartilagine tiroidea –, è in certo senso misterioso. C’è da chiedersi se c’era prima del Peccato Originale, o se il Nostro Progenitore, al momento della sua creazione, ne fosse privo, come si è detto per il suo ombelico. Nell’uomo, poi, a che serve? Solo ad accompagnare la deglutizione con un moto meccanico, inconsulto – utile forse per tradire un’emozione, o per far scoprire agli altri che si sta mangiando di nascosto un boccone trafugato.
Il pomo d’Adamo non è prerogativa maschile; c’è, ma è meno pronunciato, nelle donne. Eva forse diede solo un morsetto al Frutto Proibito. Quanto bastò per condannarci tutti all’Inferno.
[SEGUE: LA SECONDA PARTE DELL’ARTICOLO SARÀ PUBBLICATA IL 10 OTTOBRE]
[in copertina: Adamo e Eva di STO (Sergio Tofano)]
[in copertina: Adamo e Eva di Julius Paulsen]