Eroine, Eroi e Malvagi (uomini e donne) che esistono solo nell'Immaginazione di poeti e drammaturghi sono sempre stati mutilati o uccisi dai loro autori. Fuor della letteratura e delle arti plastiche, nel campo della Musica per esempio – non parlo d’opere, operette, balletti e pantomime, ma di “Sinfonie” –  lo si è fatto più di rado, perché raramente i compositori hanno assassinato i  loro temi “musicali”, come se fossero persone.

Hector Berlioz (11 dicembre 1803-8 marzo 1869)
in una caricatura di Grandville

Credo che il compositore francese Hector Berlioz vanti questo primato: è il primo musicista che abbia attentato alla vita di un essere totalmente musicale (senza corpo, né spirito, né anima, né voce, né pensieri): un essere che viveva solo dentro le note d'una partitura, affidata esclusivamente agli strumenti.
La bella fanciulla irraggiungibile, l' "idea fissa" che ossessiona l’Artista –  il personaggio principale – della Sinfonia Fantastica, è davvero una creatura intessuta solo di musica, ma non per questo meno “reale”. Tangibile e concreta, al punto che è soggetta a straordinari, umanissimi e tragici accidenti. 

Quando s'immagina definitivamente respinto dalla donna che ama, il protagonista della Sinfonia Fantastica  s'avvelena con l'oppio. Non ne muore, ma viene sprofondato, – così riassume uno stupefatto Schumann –, "in un sonno pieno di paurose visioni. Egli sogna d'aver ucciso la fanciulla e, condannato a morte, d'assistere al suo stesso supplizio. Il corteo si pone in movimento; una marcia, ora cupa e selvaggia, ora brillante e festosa, lo accompagna". Ma ecco che avviene un fatto sorprendente. L'artista sul patibolo rivolge un ultimo pensiero alla sua bella, e naturalmente essa, "l'amata, l'idea fissa", appena viene evocata, torna alla sua mente: "ma soltanto a metà" perché subito viene "spezzata dal colpo della scure". Berlioz, lasciando cadere con violenza la mannaia su quel collo, ha tagliato il suo leitmotif in due tronconi, e uno l'ha mandato all'altro mondo. In questo modo, da "Fantasma Musicale", la “presenza mozza” dell'idée fixe stride e si fa notare ancor di più che se fosse vera e completa.

illustrazione di Edwin Henel per "Das Elektrische Klavier", nella rivista "Der Orchideengarten" (1919)

Solo nei sogni, immagino, ci capita talvolta d'essere sul punto d'assistere alla comparsa di simili creature.
Che improvvisano per noi dormienti un'apparizione, una effusione di vita, e la lasciano a metà, subito dileguandosi.

[in copertina: Il Duetto, di Gerrit van Honthorst (1624)]