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Duelli (2): Casanova, o le sfide mortali che sfociano nel Bacio

I- Nei Duelli alla spada, il contatto delle lame sembra una danza. Una sarabanda, e, spesso, un minuetto. Botta e risposta: tra duellanti, ci si corteggia e si letica come tra innamorati che vogliono dimostrar “carattere”, fino a che, un attimo appresso l’ultima stoccata, o appena dopo la fiammata che ha steso a terra l’antagonista, un bacio finale suggella l’esito dell’appuntamento.

Così termina appunto una delle “singolar tenzoni” più celebri della letteratura: quella che oppose il veneziano Giacomo Casanova – che si riteneva offeso – al polacco Postòli.
La causa del duello, una ballerina.

Duello a Carlton House tra il cavaliere d’Eon, vestito da donna, e Monsieur de Saint-Georges, alla presenza del principe reggente (1787)

Il 5 marzo 1766, i due s’erano scambiati un carteggio di questo tenore [cito e riassumo da Il Duello, di Giacomo Casanova]:
«Primo biglietto: “Eccellenza, Ieri sera dietro alla scena ella mi offese senza motivo (de gaietè de coeur), e senza diritto alcuno di procedere verso di me in simil guisa. Ciò essendo, giudico, che V.E. mi odi, e che per conseguenza brami di farmi uscire dal numero de’ vivi. Posso e voglio contentarla”.
Secondo biglietto: “Signore, Accetto la vostra proposizione, ma avrete la bontà, signore, di voler bene avvertirmi quando avrò l’honore di vedervi”.
Terzo biglietto: “Domani mattina Giovedì aspetterò nella sua anticamera che V.E. si svegli, ed avrò libero tutto il giorno. V.E. non può figurarsi quanto io mi senta onorato della sua risposta”.
Quarto biglietto: “Non acconsento a trasportare a dimani un affare, che si deve terminar oggi. Vi aspetto qui subito. Nominatemi intanto le armi, e ‘l luogo”.
Quinto biglietto: “Non avrò altre armi che la mia spada, e quanto al luogo mi piacerà quello, dove V. E. mi condurrà […]; ma replico che ciò avverrà dimani, poiché oggi ho un pacchetto da rimettere al re, ho preso medicina, ed ho da fare testamento”».
L’Offeso riceve a questo punto una visita repentina, inattesa, dello sfidato.
«Sfidato: “Sono venuto a domandarvi, se pensate prendervi giuoco della mia persona”.
Offeso: “Come mai! […] Chi ci affretta ad andarci a battere oggi più tosto che domani?”.
Sfidato: “La persuasione in cui sono, che se non ci battiam subito, non ci batteremo più.”. Offeso: “Chi potrà impedircelo?”. Sfidato: “Un comune arresto d’ordine regio; […] conosco i stratagemmi della vostra nazione”».
La nazione, ovviamente, è Venezia.

Francesco Casanova: Ritratto del fratello Giacomo (circa 1750)

Postòli e Giacomo Casanova si batterono il giorno stesso, poche ore dopo quella visita.
L’accordo era che i duellanti prima si sparassero un colpo di pistola a testa, poi proseguissero a spada sguainata. Il polacco – ma evidentemente Casanova lo seppe a cose fatte – era il miglior tiratore del suo paese e anche in Europa aveva pochi rivali. Egli era così abile, che poteva “colpire con palla di pistola nel taglio d’un coltello ogni volta che volea, sicché la palla rimaneva tagliata”.  Il Veneziano, invece, non aveva esperienza d’armi da fuoco, almeno non quanto di fanfaronate.

Giacomo abbatté il rivale con una micidiale pallottola al ventre. Non lo uccise, e fu ferito anch’esso nei dintorni, per lui assai preziosi, dell’ “umbilico”.
Visto prostrato a terra, nella polvere, l’avversario, il veneziano volò in suo soccorso; quindi, lui, celebre baciatore, al polacco “impresse un bacio sulla sudata fronte, e partì, solo”, scappando dal luogo della sfida.

Che i Duelli siano operazioni “Fantastiche”, lo conferma, se ce ne fosse bisogno, lo stesso Casanova.
Con queste sfide all’ultimo sangue, egli afferma, si riteneva un “religioso dovere” risarcire un uomo che s’era sentito offeso, “anche uccidendolo, ma onorandolo nel medesimo tempo”.

Jacques Touchet: illustrazione dalle “Memorie” di Casanova

II- Come l’Amore, così i Duelli. In tre si è già una folla.  
Il Duello è un ambìto “Corpo a Corpo”.
Lo sfidante, se offeso, “chiede soddisfazione”.
Il senso dell’onore si aggiunge alla sensualità dei sensi corporali che vanno di norma “soddisfatti”. In altri modi; o forse, nello stesso?  

Soddisfarlo non è compito del sangue che, in quantità dichiarate prima di incrociare le armi, verrà versato sul campo. Il Duello in sé, non il successo, già promette il godimento ai contendenti. Anche se feriti da chi ha torto, o da chi ci ha importunati, l’etica di “coppia” nel duello impone di ritirarsi “soddisfatti” dallo scontro.
All’interno della metafora sessuale (che tale appunto, il duello è), si può dire: l’orgasmo è garantito.

Arshile Gorky: Diario di un Seduttore (1945)

III- È vero, nel Duello, “in tre si è già una folla”: purtroppo, invece, c’è spesso un terzo, un quarto, un quinto, persino un sesto. Guardoni: li chiamano “padrini”.
Essi hanno un gran potere in tema di duelli. Certe volte, per esempio, una delle due parti in causa si rivolge loro non perché s’assumano il patrocinio dell’offeso, o dell’offensore, ma perché chiamino la polizia e impediscano qualsiasi stupido spargimento di sangue. Solo che è disonorevole farglielo capire con allusioni dirette.
Bisogna rileggere Il circolo Pickwick di Dickens per comprendere in che guai può cacciarti un padrino malaccorto.
Può addirittura costringerti a batterti, invece che farti arrestare!

“Apparecchiatura da Duello per gentiluomini dai nervi deboli” (1830)

[in copertina: Il Bacio, di Paul-Emile Bécat]

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Adan Zzywwurath (Franco Porcarelli) giornalista, produttore, sceneggiatore di film, documentari e fumetti, ha pubblicato 5 libri.

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