Per celebrare la Festa della Mamma, è difficile trovare qualcosa di altrettanto meraviglioso e struggente, che sia all’altezza della nenia “Baby Mine”. La canta, dentro il vagone piombato dove è prigioniera, la madre-elefante di Dumbo al figlioletto orecchiuto. Dumbo, sublime cartone di Walt Disney, è datato 1941, l’anno dello sciopero che paralizzò lo Studio, ed è veramente sorprendente che abbia oramai più di 80 anni.
Gli autori di “Baby Mine” sono Frank Churchill (musica), e Ned Washington (parole); la canzone è stata candidata agli Oscar, che premiarono invece l’intera colonna sonora.
Ecco il testo:
“Baby mine, don’t you cry
Baby mine, dry your eyes
Rest your head close to my heart
Never to part, baby of mine
Little one when you play
Don’t you mind what you say
Let those eyes sparkle and shine
Never a tear, baby of mine
If they knew sweet little you
They’d end up loving you too
All those same people who scold you
What they’d give just for
The right to hold you
From your head to your toes
You’re not much, goodness knows
But you’re so precious to me
Cute as can be, baby of mine…”
“Bimbo mio, non piangere
Bambino mio, asciugati gli occhi
Appoggia la testa vicino al mio cuore
E non separarti mai, tesoro mio.
Piccolino quando giochi
Non fare caso a quello che dicono gli altri,
Lascia che quegli occhi luccichino, e brillino:
Mai una lacrima, tesoro mio.
Se ti conoscessero, dolce piccolino
Finirebbero per amarti anche loro.
Tutte quelle stesse persone che ti rimproverano
Cosa darebbero solo
per avere il diritto di tenerti con loro.
Dalla testa alle dita dei piedi
Non sei tanto grande, il Cielo lo sa,
Ma sei così prezioso per me,
Dolce e carino come puoi essere, bambino mio”.
“Baby Mine” (“Bambino mio”), da “Dumbo” di Walt Disney (1941)