Nel 1892 a Necochea, in Argentina, Francisca Rojas (27 anni) uccise i suoi due figlioletti e si ferì alla gola per sviare i sospetti degli inquirenti, ai quali disse d’essere stata aggredita. La polizia le credette, ma l’ispettore Alvarez, durante un supplemento di indagine sul luogo del delitto, scoprì su uno stipite di porta un’orma insanguinata, lasciata da un pollice. Memore degli insegnamenti ricevuti da Juan Vucetich, il detective mise a confronto l’impronta digitale rilevata, con quella dello stesso dito della Rojas. Risultarono identiche. Accusata di infanticidio sulla base di questa “prova” rivoluzionaria, Francisca Rojas fu condannata all’ergastolo il 20 settembre 1894.
I- Ancor più radicale e meno fuggevole dell’Ombra, l’Orma nel terreno o sulla sabbia designa un “concreto” che non esiste altro che in negativo: considerata come oggetto, “non c’è”; è un’Assenza che denuncia un’avvenuta ed effimera Presenza. Si vede, per esempio, un po’ di terra conformata in certa maniera: profonda al centro, sollevata ai lati. Se ne desume che qualcuno è passato di lì, lasciando un’impronta. Eppure tale è la concretezza dell’Orma, che persino una traccia umana si poteva utilizzare per un maleficio.
Per i cosiddetti “primitivi”, l’Orma è un’Ombra finalmente stabile, fissile, e come tale, un pezzo sensibile di sé che il Soggetto sperpera sul suo cammino, e che può consegnarlo al nemico.
L’impronta è fondamentale, nella caccia. Non perché da essa si risale al luogo dove la preda si nasconde, ma perché essa ne è già una parte consistente.
“I cacciatori Ewe dell’Africa occidentale”, scrive James Frazer, ” colpiscono le orme della selvaggina con un bastone aguzzo per storpiare gli animali e poterli così raggiungere […]. Possiamo ora comprendere perché una massima dei Pitagorici diceva di toglier via l’impronta lasciata dal corpo quando ci si alza dal letto”.
Il sortilegio si appropria della vittima approfittando del suo Vuoto. È l’Orma, non la Selvaggina, che spiega la Caccia.
II- Orme per solito invisibili sono le Impronte Digitali, marchio della differenziazione tra individui della specie umana.
Le scanalature che ognuno di noi ha sulle dita stavano lì da milioni di anni, e nessuno aveva mai capito, né che erano tutte diverse, né a cosa diavolo potessero servire.
Dovemmo aspettare, nei secoli più recenti, le indagini delle Procure sui casi di furto e d’omicidio, e la solerzia dei questurini, per capire che le aveva messe lì una forma di Provvidenza Poliziesca.